La concimazione localizzata nel solco di semina del mais è una pratica diffusa nei diversi areali maidicoli nazionali. La localizzazione interessa in primo luogo l’apporto di fosforo e azoto e tradizionalmente viene effettuata applicando concimi binari, tra i quali il più comunemente impiegato è il fosfato biammonico (18-46). Nella maggior parte dei casi questo intervento mira a soddisfare il fabbisogno di fosforo della coltura (70-100 kg/ha) e a mettere a disposizione una quota di azoto per l’accrescimento nel corso delle prime fasi vegetative, che verrà completato con gli apporti con concimi azotati in copertura. Più recentemente si sono diffusi sul mercato concimi fosfo-azotati arricchiti con altri mesoelementi (magnesio, zolfo) e microelementi (zinco, manganese, molibdeno, ferro), ma anche geoinsetticidi per il controllo degli insetti terricoli, distribuiti con il microgranulatore, in grado di integrare la nutrizione e nel contempo di difendere la plantula in particolare dai ferretti e contribuire a controllare la diabrotica.
Il principale obiettivo dell’apporto localizzato di azoto e fosforo al momento della semina è quello di facilitare l’assorbimento di questi elementi nelle fasi iniziali di sviluppo della coltura, favorendone un maggiore vigore di partenza (early vigor). È infatti noto che l’adozione di tecniche colturali che migliorino il vigore di partenza del mais consentono alla coltura di superare più rapidamente il periodo critico di insediamento e di ottenere un signifi cativo anticipo della fi oritura, con vantaggi produttivi, qualitativi e sanitari (Blandino et al., 2011).

Queste pratiche hanno assunto un ruolo più importante con la recente evoluzione dell’agrotecnica del mais, che ha visto anticipare progressivamente il periodo di semina della coltura per sfruttare i vantaggi già citati dell’anticipo della fioritura (Richards, 2000). La localizzazione del granulo di concime con la semina tempestiva risulterebbe particolarmente importante per il fosforo, in quanto con basse temperature del terreno la disponibilità e quindi l’assorbimento di questo elemento è rallentata e limitata, anche in terreni con una dotazione sufficiente o abbondante di questo elemento.

In questa nota tecnica vengono riassunti i risultati di 6 anni di sperimentazioni condotte in Piemonte, nei quali si è quantificato l’effetto della concimazione fosfo-azotata localizzata alla semina sul vigore di partenza del mais e sui principali parametri produttivi, considerando differenti suoli in termini di tessitura e dotazione di fosforo.

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